PIETRASANTA. Sciopero si, ma almeno spiegate bene i motivi. È Federico Romano, Professore d’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, che scrive, a titolo personale, al Festival la Versiliana, per spiegare quanto successo ieri, con il previsto concerto a Marina di Pietrasanta venuto a mancare del coro. Una lettera indirizzata agli stessi vertici della Versiliana.

“Ho letto con attenzione il Vostro comunicato sul mancato concerto del 3 Agosto c.m. nell’ambito del Festival e pur comprendendo ed in parte condividendo la stigmatizzazione dello sciopero ed il danno di immagine e materiale che può aver arrecato sia a Voi che a noi, quel comunicato manca di alcune verità. E probabilmente sono informazioni che non vi sono state date dai nostri vertici nella loro completezza. Ed allora, cercando di ristabilire fino in fondo la successione dei fatti anche se comunque opinabile, voglio informarVi di quanto accaduto e di come si sia arrivati a questa sofferta decisione. Lo sciopero è stato indetto solo ed unicamente a fronte di una minaccia di mobilità per 48 dipendenti della nostra Fondazione. La base dell’orchestra e del coro ha aspettato fino all’ultimo secondo utile un cenno di arretramento dal Sindaco Doria alla luce del Decreto Valore Cultura per poterlo revocare ed essere presente al Festival”.

“In questi ultimi anni abbiamo sempre cercato di agire per il bene del pubblico rifiutando lo sciopero come forma di protesta ed agendo con mezzi alternativi. Ma quando ti trovi di fronte ad un evento di tale portata non puoi, non devi arretrare di un solo passo. Molti di noi sarebbero stati disponibili a venire a Pietrasanta anche con mezzi privati se solo il Sindaco ed i vertici della Fondazione avessero seguito la via del buon senso alla luce di una presa d’atto generale di tutte le parti in causa (Sindacati compresi) in merito ad un intervento concreto del Ministero. Cosa dovevamo fare, secondo voi? Leggere il solito comunicato? Già fatto mille volte e con esiti poco confortanti. Per coerenza avremmo dovuto allora venire e suonare ma con 12 professori d’orchestra in meno e 12 colleghi del coro in meno. Anzi, visto che eravamo in rappresentanza di tutto il Teatro avremmo dovuto suonare con 48 musicisti in meno; uno per ogni esubero. Vi sarebbe piaciuta come protesta alternativa?

“Noi il problema dello sciopero ce lo siamo posti eccome, ne abbiamo discusso e qualche collega coraggioso ed in buona fede ha anche proposto di andare lo stesso. Credetemi è stata una scelta lancinante e sofferta. Ma giusta. Vi ricordo infine che Voi come noi, agite nell’ambito della cultura e sta a voi come a noi difenderla sempre da ogni attacco. Il “mors tua, vita mea” vale nell’arena di fronte alle fiere affamate, ma resta comunque l’ultima risorsa di che è messo con le spalle al muro e senza via d’uscita. Se danni morali e materiali dovete avanzare, allora fatelo non tanto nei confronti della Fondazione ma piuttosto verso chi presiede e rappresenta la stessa in seno alla città di Genova. Augurandovi sempre migliori successi e ringraziandovi per l’attenzione concessami”.

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ultimo aggiornamento: 04-08-2013


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